#Incurabilmente malata
Explore tagged Tumblr posts
Text
#Sono Malata di Te#Incurabilmente malata#Ossessionata#Non voglio curarmi#Ed anche volendo non potrebbe nessuna cura.#L'unica è AverTi... Non c'è scampo per la Mia anima#Contaminata dall'amore Possessivo#solo Per Te#Tua#rubata a Sir Vittorio Ciani per dedicarla al Mio Creatore
6 notes
·
View notes
Text
I documenti privati dei defunti
Credo che il Diario di Katherine Mansfield sia il libro più triste che abbia mai letto. In fragili, squisiti frammenti, c’è la memoria di sei anni solitari e tormentati, gli ultimi anni di una donna incurabilmente malata. Frammenti così privati che dopo averli letti ci si sente per sempre colpevoli del peccato di indiscrezione. Il diario era il suo amico più caro. […] Solo su quelle pagine poteva mettere a nudo la sua anima così tragicamente sensibile, la sua anima solitaria, fremente. Non faceva parte della razza miseranda degli scontenti; era una dei pochi eletti destinati a non essere mai soddisfatti. Scrivere era ciò che più le era caro, ma non fu mai veramente appagata di ciò che aveva scritto. Con severa austerità, lottava alla ricerca della chiarezza cristallina, della purezza adamantina, limpida, da cui zampilla la perfetta verità. E non sentì mai di averla raggiunta. […] Ci sono abbozzi di racconti, così tanti che non visse abbastanza da svilupparli, e schizzi di personaggi. Non sono scritti nel modo orrendo degli scrittori da due-racconti-la-settimana che si portano sempre dietro odiosi quadernetti, per poi farli rapidamente ricopiare dalla segretaria. Lei li trascriveva sul suo diario, un diario che era solo per lei, perché lì era la sua vita, perché la scrittrice e la donna non erano, e non sarebbero mai potute essere, due entità separate. […] Il Diario di Katherine Mansfield è uno splendido libro, di valore incommensurabile, ma è un libro suo, privato, e solo i suoi occhi scuri e tristi avrebbero dovuto leggere quelle parole. L’ho richiuso sussurrando al ritratto riportato in copertina: ‘Perdonami’”.
Dorothy Parker, “I documenti privati dei defunti”, The New Yorker, 8 ottobre 1927
1 note
·
View note